Siamo quasi agli sgoccioli, di questa stagione finora mancata, agli sgoccioli di un inverno inesistente che alla fine, paradossalmente, è durato troppo a lungo.
Agli sgoccioli di un anno scolastico del piccolo di casa che, dopo le vacanze, comincerà una nuova avventura che lo porterà lontano dalla sua faticosamente raggiunta comfort-zone.
Agli sgoccioli, come diretta conseguenza, di una fase della nostra vita zurighese, durata tre anni volati in un soffio, e all’inizio di una nuova che chissà come andrà e dove ci porterà.
Agli sgoccioli per l’attesa della partenza per le vacanze, che quest’anno saranno lungamente non svizzere, non perché così siano state volutamente pianificate, ma perché così è capitato nei sempre complessi incastri familiari.
Sono un po’ stanchina, inutile negarlo, com’è costume in questa parte dell’anno. Più di tutto, però, mi manca il sole estivo, la sua luce e l’energia che ne deriva. Speriamo di recuperare strada facendo.
Sto cercando di rallentare un po’ i ritmi, creare un po’ più di spazio intorno a me, e anche nella testa, la cosa di solito più difficile da realizzare. Di stare il più possibile all’aria aperta, anche se il clima di questo periodo non ha affatto aiutato, per ossigenare il più possibile le celluline della materia grigia. E chissà mai che arrivi addirittura il miracolo, materializzandosi nell’acquisto di un paio di scarpe da jogging